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Terremoto Emilia: la vita non è un film

il y a 152 mois

Affidarsi ai tg significa non rendersi conto di come stanno realmente le cose.
Ho parlato con amici e conoscenti e ho raccolto per voi queste storie vere.

Gino e sua moglie, entrambi anziani, non abitano a Mirandola ma in un paese lì accanto.
"È stato brutto ma noi stiamo bene. Siamo in una tendopoli perché la nostra casa è inagibile. Ci hanno detto che la butteranno giù ma se vogliamo ce la ricostruiscono. Certo, a nostre spese..."

Concetto e Giuseppina sono siciliani, ma hanno sempre vissuto tra la loro isola e la nostra bella regione. L'ultima volta che sono tornati hanno scelto di andare a vivere a Mirandola. "Non torneremo mai più lì perché fa male al cuore vedere come è distrutto il paese. Non sappiamo ancora se la nostra casa è agibile, ma con la prima scossa si è staccato il termosifone e si è allagato tutto. I gatti però stanno bene e ce li siamo portati via."

Ingrid è laureata in medicina, abita a Cavezzo e lavora in ospedale.
"Dopo le scosse la priorità è stata evacuare l'ospedale. Ora sono senza casa e mi hanno dato una settimana di ferie. Ma che faccio una settimana in tenda? Così mi offro volontaria e collaboro con la protezione civile. Stanno facendo davvero un ottimo lavoro. Quelli che gestiscono il mio campo vengono dall'Abruzzo. Ma sono venuti anche da Milano per intrattenere i bambini."

Antonio stava ancora pagando il mutuo quando è arrivato il terremoto.
"Mancavano poche rate, così quando è crollato il tetto ho pensato di farlo rimettere a posto e continuare a pagare. Mi hanno chiesto 85mila euro. Ho portato le chiavi in banca e ho detto di riprendersi l'appartamento che io non avrei più dato un soldo".

Queste sono solo poche delle tante testimonianze che riempiono il cuore degli emiliani. Perché è vero che siamo forti e coraggiosi, ma la vita non è un film e spesso lo scontro con la realtà è più duro del previsto.

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